Su Europaquotidiano un'abbondante serie di articoli sul Congresso PD.Pd, confusione continua. E Renzi va all’incasso, di Rudy Francesco Calvo.
Editoriale di @smenichini: Le ragioni della figuraccia del Pd.
Da Vitalba Azzollini, La lezione della direzione Pd, anche per i “giovani”.
 
Sfatiamo un mito: gli iscritti al partito non sono persone infervorate, militanti con il fazzoletti rosso al collo e il pugno perennemente alzato.

Sono persone normali, pensionati, impiegati, insegnanti, liberi professionisti, disoccupati, casalinghe, che al termine della loro giornata spendono qualche ora del proprio tempo a discutere di problemi politici, di amministrazione locale, di vacanze ed altro con persone simili a loro.

Non tutti i partecipanti a queste riunioni sono iscritti al Partito, non tutti gli iscritti partecipano alle riunioni.

L’iscritto ha una tessera, per cui versa un contributo al Circolo del proprio paese o quartiere; l’intero ammontare dell’obolo va ai livelli superiori dell’organizzazione partitica, al circolo locale non resta nulla.

L’elettore non ha tessera, una volta ogni tanto è chiamato ad esprimersi, perché così dice lo statuto (quello attuale quantomeno) e deve versare un obolo legato alla campagna in corso, anche in questo caso non rimane nel circolo locale.

 
Ilvo Diamanti, su la Repubblica, analizza in particolare le opzioni in gioco per due delle regole congressuali: la separazione fra Segretario e Premier, e il metodo di designazione.
Alcuni estratti:
"Il primo riguarda il rapporto fra partito e governo. Si traduce nella distinzione oppure la coincidenza fra segretario di partito e premier. L'indicazione del segretario e della maggioranza del Pd prevede l'incompatibilità fra i due ruoli.
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Tuttavia, nei fatti, è difficile dissociare i due ruoli. In particolare, guidare il governo senza il controllo sul partito. Come dimostra l'esperienza di Prodi.
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La seconda questione riguarda il "metodo" per designare il segretario. Fino ad oggi, è stato scelto attraverso primarie "aperte" agli elettori del Pd. Così sono stati eletti Veltroni, nel 2007, e Bersani, nel 2009. Le primarie hanno costituito, per questo, una sorta di "rito fondativo" che radica la legittimazione del partito, prima ancora della leadership, sul coinvolgimento dei militanti, ma anche degli elettori.
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Come si vede, la discussione sulle regole evoca questioni sostanziali. Che riguardano quale modello di partito insegua il Pd. E, prima ancora, con quali progetti, contenuti, programmi. Leader."
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