Da la Repubblica: "l'articolo 1 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, varato dal governo Monti come testo unico sull'incandidabilità, prevede infatti che «non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione, per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni» e la frode fiscale è tra questi" [...] "Quando la condanna sopravviene mentre il condannato è parlamentare (il caso appunto del senatore Berlusconi), il decreto Monti prevede che «la Camera di appartenenza delibera ai sensi dell'articolo 66 della Costituzione», quello secondo il quale «ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità»".
Rimane da vedere se il gruppo parlamentare PD si comporterà con la coerenza promessa da G. Epifani.



Leave a Reply.