Civati scrive sul suo blog:
" Solo gli iscritti
Franceschini: il segretario lo eleggono solo gli iscritti.

Chiaro, no?

Ah, dice che ci sono anche i fighetti nel Pd, non solo nel governo. Figo.

Per quanto mi riguarda penso che il segretario lo debbano scegliere gli elettori, anche se poi si candidasse a premier qualcun altro.

Per un miliardo di motivi, a cominciare dal fatto che il Pd dovrebbe aprirsi e realizzarsi, non chiudersi e stravolgersi.

Quindi, la penso proprio al contrario di Franceschini, solo lontano parente di quel Franceschini che nel 2009 parlava di partito aperto contro il chiuso Bersani."

e altri post, successivi, che vi invitiamo a leggere.

Pittella scrive sul suo sito:

"Habemus datam, finalmente ma Epifani vuole un congresso chiuso ai soli iscritti. Sarebbe un messaggio devastante per un partito che da oltre il 30% é crollato oggi al 23,5%. Serve rientusiasmare gli iscritti e coinvolgere i cittadini che sono arrabbiati e delusi, altro che chiusura! Apriamo porte e finestre, misuratevi con la gente, mettete a rischio la vostra rendita di posizione!"


Cuperlo ha dichiarato, in Direzione durante il dibattito: “Se si cambiano le regole, dobbiamo farlo insieme. Se non c’è accordo sui ruoli di segretario e premier, decida il congresso”. Allo stesso modo, se non si trova un accordo sulla platea “non si voti qui in direzione”.

Sull'ultimo punto è stato accontentato, oggi non si è votato, si voterà il 31 luglio alla prossima Direzione.

 
Diverse le dirette ed i commenti in tempo reale offerti da vari siti per seguire la discussione:
Europaquotidiano (@weuropa): link.
L'Unità: link.
 
In un editoriale sul giornale di oggi, Franco Monaco ripete quanto, fra gli elettori, si dice fin da quando è stata costituita la Commissione sulle regole: non vanno cambiate.
Monaco non si limita però a questioni di principio, ma espone le motivazioni del suo parere dando conto delle eventuali conseguenze dei cambiamenti ipotizzati. Di seguito alcuni estratti.
"...
Una discussione congressuale aperta su soluzioni tra loro alternative è la sola via per venire a capo di una identità tuttora incerta. Le regole congressuali di cui si discute dovrebbero propiziare una competizione trasparente tra tali diverse visioni intestate a distinti candidati da mettere in campo subito. Non in un secondo momento, con il cosiddetto congresso scandito in “due fasi” e che “muove dal basso”.
...
Come se si potesse separare la discussione sulle questioni locali da quella relativa alla politica nazionale. Come se non vi fosse l’esigenza e il dovere di dare conto sollecitamente e a tutto il corpo del partito di questioncine del tipo della vittoria mutilata risoltasi in sconfitta politica, della drammatica débâcle dell’elezione al Quirinale (con i nostri 101) e del governo politico con il Pdl.
...
Altra idea che non mi convince è quella di separare leadership e premiership. Una separazione virtualmente foriera di una divaricazione tra partito e premier. Domando: se le questioni oggi controverse dentro il Pd sono quelle sopra accennate (cioè di natura identitaria), davvero si può immaginare che regga una sorta di divisione del lavoro del tipo: un leader posizionato a sinistra e un candidato premier dal profilo liberale e centrista?
..."
Il testo integrale qui.
 
Diversi editoriali e post si occupano oggi di riprendere il discorso sul congresso, in parte messo in ombra nei giorni scorsi da altre vicende.
Questa settimana dovrebbe essere l'ultima di lavori della Commissione sulle Regole, che devono poi presentare l'esito dei lavori all'Assemblea del 31 luglio per la discussione e l'approvazione.
S. Menichini, Europaquotidiano, scrive:
"Rinviare un congresso – per certi aspetti sarebbe quasi un annullamento, date le circostanze – per paura di darsi un assetto politicamente pericoloso. Non riesco a immaginare un gesto più autolesionista. Anche un po’ offensivo, dice bene Gianni Cuperlo. Tanto varrebbe ammettere di essere regrediti all’infanzia politica, allo stato di un partito incapace di intendere, di volere e di muoversi razionalmente."
...
"Svolgere tutto il congresso nei tempi e con le regole ordinari: una sfida di maturità, per un partito che si vanta a ragione di essere l’unica organizzazione compiutamente democratica sulla scena."
...
" Ma anche da Matteo Renzi sarà giusto (nel caso) aspettarsi un impegno più preciso delle parole pronunciate nelle ultime settimane: che cosa vuol dire esattamente che il governo può rimanere al suo posto finché fa cose utili? Tutti possono sottoscrivere questo concetto ma quali cose, entro quanto tempo?"
(testo integrale qui)

 
Certi: Giuseppe Civati, Gianni Cuperlo, Gianni Pittella
Finto ritroso: Matteo Renzi
Possibili: Rosario Crocetta, Goffredo Bettini
 
Da Europaquotidiano un articolo sulle indiscrezioni relative alle regole in discussione: link.

 
Enzo Bianco, Quello che serve al Pd: un leader autorevole: link.
Fabrizio Barca, Di cosa parlo quando parlo di metodo doroteo: link.
Stefano Menichini, Che cosa c’è tra Renzi e Letta: link.
Mario Lavia, La strada strettissima dei dem tra voglia di scaricare Alfano e salvare il governo: link.
 
Goffredo Bettini potrebbe essere il quarto candidato ufficiale alla Segreteria Nazionale PD (Renzi ad ora non ha ancora sciolto la riserva). Su TazebaoNews viene ripresa la sua dichiarazione ad un programma di Radiouno e si rimanda al documento reso pubblico da Bettini qualche giorno fa con la sua idea di PD:link.
 
La sintesi del videoforum con G. Epifani, moderato da M. Giannini, con le risposte alle domande degli elettori e il video dell'intervento: link.
 
Post di Luca Di Bartolomei, Coordinatore nazionale sicurezza e difesa del PD, sulle indiscrezioni relative alle nuove regole, ancora in discussione: link.